Le varietà di uva presenti nei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, dal 1771 al 1859

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Paolo Giorgini

Il vino occupa un ruolo centrale nella civiltà umana, bevanda e alimento al tempo stesso, che grazie alla fermentazione garantisce una sicurezza dalle sostanze tossiche che l’acqua in epoca antica non poteva garantire.
Per questo lo sviluppo della viticoltura si è esteso a tutta l’area mediterranea, in tutte quelle regioni in cui il clima consentiva la crescita della pianta. Così anche nel Parmense le prime tracce di coltivazione della vite risalgono al I secolo a.C. quando un importante cambiamento climatico rese più miti le colline dell’Appennino che divennero – secondo la citazione dei fratelli Seserna – quasi un pergolato continuo di viti.
Spesso associata a significati simbolici nei riti religiosi, la vite diviene strumento politico nella conquista dei nuovi territori dell’impero romano: una volta deposte le armi, le legioni romane piantavano e coltivavano viti che avrebbero dato frutto solo dopo diversi anni. Come a dire che gli invasori non avevano alcuna intenzione di andarsene.
Questa azione di diffusione dei vitigni italici in ambito europeo ha portato, nel corso del tempo ad una diversificazione di varietà e ad un processo di “ritorno” non sempre facilmente documentabile.
Grazie al lavoro puntuale e prezioso di Paolo Giorgini, i documenti storici del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla* sono stati analizzati per estrarne le citazioni dei vitigni presenti sul territorio.
Ne emerge una mappatura di straordinario valore storico, che riunisce, per la prima volta, 200 schede di vitigni sicuramente documentati.
A ribadire, se ve ne fosse bisogno, l’importanza fondamentale che ha avuto la vite e il vino nello sviluppo della gastronomia di Parma.

*Per Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla si intende il territorio ad essi relativo, pur esistendo una discontinuità politico amministrativa dei Ducati nel periodo considerato, con Napoleone, e successivamente Guastalla e Stati annessi. Le stesse varietà, se presenti, sono rilevate negli Stati circostanti, in particolare, nello Stato Estense.

Avvertenze

* il titolo di ogni singola scheda è dato dal nome (o dai nomi se coevi) più antico della varietà di uva considerata a partire dal 1771; quelli diversi utilizzati successivamente non rientrano nel titolo anche se sono attualmente in uso e indicati in scheda.

* il sottotitolo della ricerca è, ovviamente una finzione storica non essendovi stata continuità dei Ducati nel corso del periodo considerato; l’asterisco vicino a Guastalla dovrebbe richiamare questo fatto.

* le schede non entrano nel merito di quanto è riportato dai singoli autori nei loro testi. L’Autore ha espresso assai raramente opinioni personali, in quanto queste non hanno alcun valore storico.

* per la compilazione sono stati utilizzati quasi esclusivamente testi editi fino al 1859, ed a parte alcune ristampe recenti di opere storiche, le ampelografie utilizzate non vanno oltre al 1915: Rovasenda (anche in versione francese), Viala, Molon, e l’imprescindibile Casali, relativo ai nomi dialettali delle piante reggiane, risalente al 1915. Infine, come spesso sottolineato nelle schede, è stato utilizzato il Lunario del 1872 per le varietà ducali e il catalogo Agazzotti del 1867 per quelle modenesi, entrambi posteriori al 1859.

* sono state utilizzate, per quanto noto, in maniera sistematica tutte le fonti per i territori ducali ed estensi, mentre per gli altri territori e per i periodi antecedenti il 1771 le ricerche sono limitate a singoli casi.

* si è scelto di non utilizzare quale nome principale della scheda i nomi parmigiani di ogni varietà, perché ogni località aveva il suo lemma, più o meno simile al parmigiano, ma con un numero elevatissimo di varianti, peraltro indicate quando noto.

Schede storiche dei vitigni parmensi

Nomi delle varietà di uva presenti nel Ducato di Parma, Piacenza (e Guastalla) dal 1771 alla metà dell’Ottocento, con riferimenti ai territori confinanti con il Ducato, in particolare i territori estensi.

Elenco in ordine alfabetico delle varietà di uva presenti nel Ducato; per ogni varietà si utilizza il nome più antico, la data a cui si riferisce il termine è riportata tra parentesi; alcune date sono di pochi anni posteriori alla fine del Ducato di Parma, Piacenza (e Guastalla); infine, quando è presente, si riporta il colore dell’uva, così come specificato nelle opere consultate. La data 1790 è stata usata convenzionalmente per indicare il Trattato delle viti, manoscritto 138 databile tra XVIII e XIX sec. in Archivio di Stato, Parma.

Affrica grossa; 1838; bianca

Agraguscia; 1771; bianca

Agraguscia; 1771; rossa

Aleatico; 1841; bianca

Alicante; 1838; nera

Altrugo; 1836; bianca

Angila; 1836; bianca

Artimino; 1877; bianca

Artimino; 1841; rossa

Balsamina; 1800

Barbarossa; 1859; rossa

Barbera; 1859; rossa

Barbisina; 1771; rossa

Bazolina; 1771; rossiccia

Begarella; 1771; bianca

Berbesino; 1793; rossa

Bergnolara; 1771; rossa

Bermèsta rossa; 1828; rossa

Bermèsta bianca; 1697; bianca

Berzemino; 1771; rossa

Besgan; 1859; rossa

Besgano sbiadito; 1790; rossa

Bonne-Dame; 1838; bianca

Bordeau; 1821; rossa

Borgogna bianco; 1790; bianca

Borgogna nero; 1790; nera

Boverizza; 1790; rossa

Bramastone; 1771; bianca

Brianzo; 1793; rossa

Brugnara; 1790; rossa

Brugnara; 1790; rossa scura

Brumestia; 1771; rossa

Bsegano; 1771; bianca

Carola; 1771; rossa

Cavagnola; 1771; bianca

Cavagolla; 1771; rossa

Cavazina; 1771; rossa

Cavola; 1793; rossa

Champagne; 1838; bianca

Chasselas de Bordeau; 1828; bianca

Chasselas doré de   Fontainbleau; 1838; bianca

Chasselas royal rosé; 1838

Cisanese; 1771; nera

Coda di volpe; 1771; bianca

Corbellara; 1790; bianca

Corinto senza semi; 1814; bianca

Corzara; 1790; rossa

Coté-rotie; 1838; rossa

Cravarino; 1793; rossa

Crova; 1771; rossa

Crova; 1790; nera

Crovarino; 1793; rossa

Crovèn; 1859;

Croveto; 1790; nera

Diola; 1793; bianca

Diolone; 1793

Dispari; 1790; bianca

Dispari; 1790.; rossa

Dolcina; 1771; rossa

Dolzanella; 1771; bianca

Farinosa; 1808; bianca

Fatica; 1790; bianca

Fortana di San Secondo; 1771; rossa

Fortana dolce; 1771; rossa

Fortana lunga; 1771; rossa

Fortana rotonda; 1771; rossa

Fortana; 1771; rossa

Frankentaller; 1838; bianca

Frontignan; 1859

Fruttana d’altra specie; 1771; rossa

Fruttano di San Secondo; 1793; rossa

Galeta bianca; 1841; bianca

Galeta rossa; 1841; rossa

Galluzzone; 1793; rossa

Gradesana; 1771; bianca

Gramostone; 1808; rossa

Greca grossa; 1838; bianca

Greco dal grappolo serrato; 1771; bianca

Greco dal grappolo spargolo; 1788; bianca

Greco; 1771; bianca

Grosse perle bianche; 1838; bianca

Hermitage bianco; 1838; bianca

Hermitage rosso; 1838; rossa

Isabella d’Alessandria; 1838

Lacrima Christi; 1859

Lambrusca bianca; 1771; bianca

Lambrusca rossa; 1771; rossa

Lambrusca rosso scura; 1790; nera

Lambruscone nero; 1771; rossa

Majolo; 1771; rossa

Malaga; 1859

Malaga rossa; 1859; rossa

Malissia bianca; 1838; bianca

Malvagia; 1771; bianca

Malvasia dal grappolo spargolo; 1788; bianca

Malvatica rossa; 1841; rossa

Medica; 1771; rossiccia

Molinara bianca; 1771; bianca

Molinara rossa; 1790; rossa

Monferato; 1841.

Montanara; 1771; bianca

Moradella; 1771; rossa

Morillon hatif, 1773; nera

Morillon noir; 1697; nera

Morillon penachée; 1838; bianca

Morone primaticcio; 1841

Moscadello; 1793; bianca

Moscadello rosso; 1771; rosso

Moscà; 1828

Moscàt; 1859;

Moscàt ross; 1859; rossa

Moscatella; 1836;

Moscatello bianco piccolo; 1808; bianca

Moscatello di Spagna; 1790; bianca

Moscatello; 1859

Moscatello rosso; 1793; rossa

Moscatelone di Spagna; 1841

Moscatellone; 1859

Moscato bianco; 1838; bianca

Nebbioeul; 1828, nera

Nebiolo fino d’Asti; 1838; nera

Negra baza; 1771; nera

Negretta; 1771; rossa

Nigherzoul; 1858; rossa

Nigorzolo; 1790; rossa

Nigrara; 1771; rossa

Nigrarone; 1771; rossa

Nigrisolo; 1808; rossa

Nigrone; 1771; rosa

Occhio di pernice; 1859

Olivina; 1841

Ormione; 1793; violacea

Panochia; 1771; rossiccia

Parmigiana; 1771; rossa

Pasticaia; 1790; rossa scura

Pelizzona; 1771; bianca

Piacentina; 1771; bianca

Picanella; 1771; rossa

Picciona; 1859; bianca

Piccolit; 1808; bianca

Pignolo; 1771; nera

Pignolo gentile; 1788; nera

Pignolo grappolato; 1788; nera

Pignolo rosso scuro; 1790; nera

Pincanella; 1771; rossa

Pizzadella; 1771; rossa

Pizzarlona; 1836;

Posticia rossa scura; 1790; nera

Postizza; 1771; rossa

Rabiosa; 1771; rossa

Razzolina; 1790; rossa

Rossana; 1808; rossa

Rossara; 1771; rossa

Sangiovese; 1841; nera

Santa Margherita; 1828; rossa

Santa Maria; 1771; bianca

Santa Maria grossissima; 1841

Schiava; 1771; bianca

Schiava; 1771; rossiccia

Sglavet’ta; 1872

Sedraso; 1771; bianca

Stoppetto; 1808; nera

Tairolla; 1771; rossa

Terbiano; 1771; bianca

Tintoria; 1838; rossa

Tocai bianco con foglie frastagliate; 1841; bianca

Tokay d’Ungheria; 1838; bianca

Trebbiano; 1771; bianca

Trebiano di Modena; 1790; bianca

Trebbiano femmina; 1788; bianca

Trebbiano maschio; 1788; bianca

Trebianello chiaro di grani; 1790; bianca

Trebiano nostrano; 1790; bianca

Tremarina; 1790; nera

Uva ’d du color; 1859

Uva a tre colori; 1838

Uva bifera; 1828

Uva d’Borgogna; 1859

Uva d’ora; 1859; bianca

Uva d’oro; 1771; bianca

Uva d’promission; 1859; bianca

Uva d’Ungheria; 1808; bianca

Uva da un acino solo; 1808; bianca

Uva dall’occhio; 1808; bianca

Uva di bosco; 1808; rossa

Uva grassa; 1885

Uva passa di Candia; 1808; bianca

Uva spongiola; 1851

Uvètta; 1859, bianca

Uvino; 1808; nera

Verdea; 1771; bianca

Verdella; 1771; bianca

Vernacci; 1841

Vernaccia; 1790; bianca

Vernace; 1771

Vernasca; 1790; bianca

Zibibbo bianco; 1790; bianca

Zibibbo rosso; 1841; rossa

Tabella delle fonti utilizzate per ogni scheda

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