Frankentaller

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A Piacenza, nel 1838, l’uva da tavola Frankentaller, era disponibile presso il vivaio di Pietro Maserati[1].

Rovasenda[2], nel 1877 menzionava il frankental (Odart) ed anche il frankentaler, secondo Stoltz era detto anche grosse race, affermava Rovasenda che, nonostante il nome paresse di origine straniera, tuttavia, secondo lo Stoltz, il vitigno, assai diffuso in Lombardia ed in Piemonte, era italiano, da secoli coltivato nel Vὕrtemberg col nome di schwarz vælscher, ossia nero d’Italia.

Trattasi di una bell’uva da mensa, assai soggetta all’oidio nelle colline saluzzesi; era presente: bianco, dal catalogo dei vivaisti, che però a Rovasenda parve bicane, de Coster, di dimensioni più grandi, de Koster e, forse la varietà o subvarietà precoce? Il frankentaler (Acerbi); notava Rovasenda, che Agazzotti lo definiva erroneamente sinonimo di zibibbo e salamanna.

Viala[3] notava che frakentaller e frankenthal, erano sinonimi[4].

Note

  1.  Stabilimento Orticola di Pietro Maserati a Piacenza, Suplimento, Piacenza, Antonio Del Majno, 1838.
  2.  Rovasenda Giuseppe, Saggio di una ampelografia universale, Torino, Tipografia Subalpina di Stefano Marino, 1877, p. 71.
  3.  Viala P., Vermorel V., Ampelographie, tome VII, Paris, Masson et C., 1909.
  4.  Id. p. 127.