Pizzadella

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L’unico dipartimento che presenta l’uva pizzadella, nella rilevazione sull’agricoltura del 1771 è il territorio piacentino non specificato (22)[1]: “Pizzadella ha grano rossiccio longo, grappoli di mezzana grossezza, vino chiaro di colore e buono ed è tardiva“[2].

Acerbi[3], nel 1825, riportò una monografia del professor Giuseppe Moretti[4] sulle uve dell’Oltrepò pavese; fra le uve colorate era compresa l’uva: “14° Pizzadella: Foglie quinquelobate, con picciuolo disuguale di lunghezza; superficie inferiore leggermente cotonosa. grappolo di mediocre grossezza, fitto, ma non tanto quanto nel pignolo. Acino simile a quello del pignolo, ma meno nero. Dà vino poco spiritoso, e poco colorato“[5].

Rovasenda[6] riportava il termine pizzadella riferendosi alla descrizione sopra riportata di Acerbi: “Stradella. Voghera, descr. Acerbi“[7]. Era citata anche la Pissadella nera, Voghera[8].

Viala[9] rilevava quale sinonimo di pizzadella quello di pissadella.Pissadella nera. Nom de cépage italien de Voghera – J. R.”[10].

Note

  1.  Archivio di Stato di Parma, Archivio del Ministro Du Tillot a 41-50 b. a 42; Bargelli Claudio, La Città dei Lumi, Parma, MUP, 2020, p.176 e p.180; Bargelli Claudio, “Teatro d’Agricoltura” Le campagne parmensi nelle inchieste agrarie del secolo dei Lumi, in: “Rivista di Storia dell’Agricoltura” a. LJ, n. 2, dicembre 2011, pp. 101-130.
  2.  Archivio di Stato di Parma, Archivio…. cit; Giorgini Paolo, Le varietà di uva presenti bei Ducati di Parma Piacenza e Guastalla dal 1771 al 1859, ricerca inedita, 2021, p. n. i.
  3.  Acerbi Giuseppe, Delle viti italiane, Milano, Giovanni Silvestri, 1825.
  4.  Id. pp. 53-62.
  5.  Id. p. 60.
  6.  Rovasenda Giuseppe, Saggio di una ampelografia universale, Torino, Tipografia Subalpina di Stefano Marino, 1877.
  7.  Id. p. 146.
  8.  Id.
  9.  Viala P., Vermorel P., Ampélographie, tome VII, Paris, Masson et C., 1909.
  10.  Id. p. 265.