Il Parco dei Boschi di Carrega

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L’area naturale dei “Boschi di Carrega” si estende per 1270 ettari, con un paesaggio lievemente collinare ideale per le escursioni. Sin dalla sua fondazione il parco è sempre stata oggetto di tutela da parte degli enti incaricati, vista la sua ricchezza dal punto di vista naturalistico e, forse soprattutto, considerato il suo valore storico e culturale. La zona è la prima area boschiva istituita dalla Regione Emilia-Romagna, che la aprì al pubblico già nel 1982. Il patrimonio boschivo è composto principalmente da faggi, querce e castagni, circondati da rii e laghetti di origine artificiale, scavati negli anni per scopi decorativi e idrogeologici. Anche la fauna è ricca e variegata.

Il Casino dei boschi

Il Parco naturale dei “Boschi di Carrega” ospita inoltre una struttura di raro interesse, più volte modificata dalle famiglie nobiliari che, negli anni, hanno preso possesso dei terreni circostanti. L’edificio è un ampio casolare appartenuto alla dinastia dei Farnese, che lo utilizzò principalmente come riserva di caccia e come luogo di svago, destinato ad accogliere gli ospiti in visita al Ducato. Dal 1731 i boschi di Sala Baganza divennero proprietà dei Borbone e fu proprio Maria Amalia (1746-1806), moglie del duca Ferdinando, a commissionare la totale ricostruzione dello stabile nel 1775, affidando il progetto all’architetto di Corte, il francese Ennemond Alexandre Petitot (1727-1801). Quest’ultimo è noto soprattutto per la realizzazione del progetto del Palazzo Ducale e per il rifacimento della Reggia di Colorno, due tra le opere architettoniche più importanti di Parma e provincia. Inizialmente il Casino dei boschi fu progettato come una “villa-fattoria”, dove le mura di cinta andavano a formare un quadrato cingendo una corte interna. Al centro di quest’ultima, secondo il gusto dell’epoca, si ergeva una torretta, elemento decorativo centrale dello stabile.

Successivamente la villa venne acquisita da Maria Luigia d’Austria (1791-1847), che apportò modifiche significative in pieno stile neoclassico. La torretta venne abbattuta e sostituita dal cosiddetto “Casinetto”, un piccolo teatro con torre campanaria a cui si deve il nome che, ancora oggi, viene attribuito all’intero edificio. Venne inoltre costruito uno splendido colonnato noto come “la Prolunga”, da cui si accedeva ai locali di servizio. Infine la Duchessa si assicurò che il giardino esterno venisse ornato in stile inglese, regalando alla posterità un luogo dove immergersi nelle atmosfere di quel tempo. L’intero svolgimento delle operazioni venne affidato all’architetto di Corte, il parmigiano Nicolò Bettoli (1780-1854). Il giardino esterno è ancora oggi accessibile su prenotazione, godendo di una visita guidata a piedi o addirittura in carrozza, per gli amanti del vintage. La villa, oggi proprietà dei Principi Carrega, è invece chiusa al pubblico.

Per concludere…

La visita al Parco e alle sue strutture storiche permette di affacciarsi sul passato, pur rimanendo a stretto contatto con le bellezze naturali che tutt’ora sono un vanto del nostro territorio. Il Museo del Vino di Sala Baganza è raggiungibile a piedi dal Parco ed è un perfetto esempio di come, rispettando la tradizione, si possa raccontare un presente fatto di innovazione e qualità. Per questo e per tanti altri motivi si può scegliere di concludere la propria gita visitandone le sale, alla scoperta degli strumenti e delle pratiche che rendono unico il vino di Parma.