Bramastone bianco

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Nel corso della rilevazione del 1771[1] un solo dipartimento presentava l’uva bianca bramastone quello di “Colorno, Vedole (17)”[2], “bramastone (…) di grappo aperto“[3]. Maturazione a settembre.

Nel manoscritto anonimo Trattato di agricoltura[4] (fine XIX- inizio XX secolo), fu rilevata l’uva bermestone senza indicazione del colore degli acini, presente fra le varietà di uva, adatte ad essere coltivate negli orti. Pertanto, le notizie sul bramastone bianco[5], nei territori dei Ducati, fino al 1859, terminano ai primi dell’Ottocento.

Note

  1.  Archivio di Stato di Parma, Archivio del Ministro Du Tillot, a 41 – 50 b. a 42.
  2.  Bargelli Claudio, La città dei Lumi, Parma, 2020, MUP. p. 175; Bargelli Claudio, “Teatro d’Agricoltura” Le campagne parmensi nelle inchieste agrarie del secolo dei Lumi, in: “Rivista di Storia dell’Agricoltura”, a. LI, n.2, dicembre 2011, pp. 101-130.
  3.  Id. p. 179.
  4.  Archivio di Stato di Parma, Raccolta Manoscritti, b. 138, cfr. Spaggiari Pier Luigi, Insegnamenti di agricoltura parmigiana del XVIII secolo, Parma, 1964, Artegrafica Silva; Medioli Masotti Paola, Lessico di un trattato parmigiano di agricoltura ( fine XVIII inizio XIX secolo ), in: “Archivio Storico per le province parmensi”, quarta serie, volume XXXI, 1979. Deputazione di Storia Patria per le province parmensi, Parma, 1980; Giorgini Paolo, Le varietà di uva presenti nei Ducati di Parma Piacenza e Guastalla* dal 1771 al 1859, ricerca inedita, 2021, p. n.i.
  5.  Id. f. 437.