Santa Maria

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Nella rilevazione del Du Tillot del 1771[1] l’uva bianca Santa Maria compariva in un solo distretto su ventiquattro censiti: “Cella, Costamezzana e altre terre non specificate (6)”[2] e si presentava “con grappo aperto e granello oblungo“[3].

Nel manoscritto Trattato di agricoltura[4] risalente tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, conservato presso l’Archivio di Stato di Parma era citata l’uva bianca Santa Maria[5].

Acerbi[6], nel 1825, riportò una monografia del professor Giuseppe Moretti sulle principali viti coltivate nei colli dell’Oltrepò pavese [7], fra le varietà di uva bianca era presente: “1° Santa Maria. Foglie acute, leggerissimamente trilobate, dentellate, con denti ineguali seghettati, lisce o glabre da ambe le pagine, picciuolo di 3-4 centimetri di lunghezza, tondo e di colore oscuro. Grappolo spargolo: acino quasi rotondo, duracino, coperto di una polvere pruinosa, che gli fa pigliare il color bianco. Non è buona da far vino; ma si conserva assai bene nel verno fino alla primavera avanzata; è però poco dolce”[8].

Nel 1697, Sacconi[9] citava una “Uva di S. Maria, ò della Maddalena bianca, e nera, e primatica”[10].

Il fiorentino Ignazio Ronconi[11], nel 1771, così descrisse la varietà d’uva: “Santa Maria. Spezie d’uva bianca, che ne fa ragionevolmente a grappoli sparti, di figura lunga, con granella piccole bislunghe, flosce, e di guscio gentile. Fa i capi grossi, di color scuro chiaro, con occhi lontani. e poco rilevati, e i pampani sono piuttosto piccoli, vellutati di sotto, intagliati, con punte acute. Vuole aria di mezzo giorno, terreno leggiero sottile, e atto a pigliare il caldo, come galestro e galestrino. Il suo vino è bianco, dolce, delicato, odoroso, sottile, che matura presto, ma di poco spirito, è gustoso a beversi solo, e mescolata questa con altre uve bianche, fa buona lega.[12]

Gio. Cosimo Villifranchi[13], nel 1773, nella sua opera Oenologia Toscana, descrisse l’uva bianca S. Maria: “52. Santa Maria = Quest’Uva è di qualità bianca, e comincia a maturare al principio d’Agosto, e maturata che sia perfettamente diviene picchiettata di scuro chiaro. Fa abbondante frutto in grappoli spargoli e lunghi, di granelli piccoli, bislunghi, e di buccia sottile. Ama il terreno asciutto e mezzanamente grosso e pastoso, come ancora il clima caldo. Produce Vino bianco, dolce, delicato, odoroso, e sottile (…)[14].

Note

  1.  Archivio di Stato di Parma, Archivio del Ministro Du Tillot a 41-50 b. a 42
  2.  Archivio di Stato di Parma, Archivio… cit.; Bargelli Claudio, La Città dei Lumi, Parma, 2020, MUP, p.173 e p.177; Bargelli Claudio, “Teatro d’Agricoltura” Le campagne parmensi nelle inchieste agrarie del secolo dei Lumi, in: “Rivista di Storia dell’Agricoltura” a. LJ, n.2, dicembre 2011, pp. 101-130.
  3. Archivio di Stato di Parma, Archivio… cit.; Giorgini Paolo, Le varietà di uva presenti nei Ducati di Parma Piacenza e Guastalla dal 1771 al 1859, ricerca inedita, p.n.i.
  4.  Archivio di Stato di Parma, Raccolta Manoscritti, ms.138; Il manoscritto è riportato anche in: Spaggiari Pier Luigi, Insegnamenti di agricoltura parmigiana del XVIII secolo, Parma, Artegrafica Silva, 1964; Medioli Masotti, Paola, Lessico di un trattato parmigiano di agricoltura (fine XVIII inizio XIX sec.) in: “Archivio Storico per le province parmensi”, quarta serie, volume XXXI, 1979, Deputazione di Storia Patria per le province parmensi, Parma, 1980; Giorgini Paolo, Le varietà di uva presenti bei Ducati di Parma Piacenza e Guastalla dal 1771 al 1859, ricerca inedita, 2021, p. n. i.
  5.  Id. 691.
  6.  Acerbi Giuseppe, Delle viti italiane, Milano, Giovanni Silvestri, 1825.
  7.  Id. p. 53-62.
  8.  Id. p. 52.
  9.  Sacconi Francesco Persio, Ristretto delle piante, Vienna, Andrea Heyinger, 1697.
  10.  Id. p. 122.
  11.  Ronconi Ignazio, La Coltivazione Italiana o sia Dizionario D’Agricoltura, Tomo II, Venezia, Francesco Sansoni, 1771.
  12.  Id, p, 185.
  13. [1] Villifranchi Gio Cosimo, Oenologia Toscana, Firenze, Gaetano Cambiagi Stamp. Granducale, 1773.
  14. [1] Id. p. 110-111.