Diola

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Piuttosto famosa è la citazione riguardante l’uva diola, tratta dal Commentario delle più notabili, et mostruose cose d’Italia e altri luoghi, di lingua Aramea in Italiana tradotto, nel quale s’impara a prendersi estremo piacere di M. Anonymo di Utopia [Ortensio Lando] del 1548[1]: “(…) mi ricordo haver mangiato con esso mentre in Piacenza fui, certe poma dette Calte, e un’uva chiamata Diola e ritrovarmi consolato, come se mangiato hauesi d’uno perfetisimo Fagiano“[2].

Nel 1592, il pavese Petro Paulo Simoneta[3], citava, fra le uve, con il nome in vernacolo, l’uva diolo[4].

Nel 1788 il piacentino Giulio Bramieri[5] a proposito della uva bianca diola egli riporta: “Diola. D’acino mediocre, di buccia dilicata, e di grappolo serrato. Questa è la comune. Ve ne ha una specie detta Diolone, la quale serve anzi ad uso di cibo che di vinifizio. Torna bene il vitigno a filare, e si atterrebbe anche a bassa vite, ma soprattutto riesce egregiamente a pergola curva, forse perché il suo tralcio densissimo di nodi gode esser condotto solitario. È fertilissima. Ama le terre leggiere ed asciutte. rende un limpidissimo vino, dolce per altro, e di poca forza, L’uva patisce nelle umide stagioni“[6].

Nel 1813 un anonimo, inviò agli Annali dell’Agricoltura, a cura di Filippo Re[7] una relazione sull’agricoltura del circondario di Piacenza; fra le uve coltivate nelle montagne piacentine, l’anonimo estensore della relazione indicò solamente due varietà d’uva: “Le migliori uve sono la moscatella e la diola; tutte però sono bianche, e il loro vino suol essere assai fumoso[8].

Nel 1836 Lorenzo Foresti[9] ricorda la diola fra le varietà indigene[10]. Rovasenda[11], nel 1877, citava l’uva diolo bianca (Bobbio), detta anche Dugiolo.

Note

  1.  M. Anonymo di Utopia [Ortensio Lando] Commentario delle più notabili, et mostruose cose d’Italia, et altri luoghi, di lingua Aramea in Italiana tradotto, nel quale s’impara at prendersi istremo piacere, 1548.
  2.  Id.
  3.  Simoneta Petro Paulo, Breve compendium totius medicinae, Ex Officina Hyeronymi Bartoli, 1592.
  4.  Id. P. 392.
  5.  Atti della Società Patriotica (sic) di Milano, volume III, Milano, 1793.
  6.  Id. p. 139.
  7.  Anonimo, Dell’Agricoltura del circondario di Piacenza, dipartimento del Taro, Impero francese, pp. 3-34 in: Re Filippo, Annali dell’Agricoltura, tomo XVIII, aprile, maggio, giugno Milano, Giovanni Silvestri, 1813.
  8.  Id. p. 33.
  9.  Vocabolario Piacentino – Italiano, Piacenza, Fratelli Del Majno Tipografi, 1836
  10.  Id. p. 401.
  11.  Rovasenda Giuseppe, Saggio di una ampelografia universale, Torino, Tipografia Subalpina, 1877, p. 62.