ANDAR PER PIEVI, LUNGO LE STRADE DEI MUSEI DEL CIBO: La Pieve di San Biagio a Talignano

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La pieve di San Biagio si trova nella piccola frazione di Talignano, comune di Sala Baganza (Pr), proprio ai margini del Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega, sulla sommità di una collina, in un paesaggio che ricorda quello medievale. Costruita agli inizi del XII secolo da frati dello scomparso monastero cistercense della Rocchetta, le sue prime testimonianze risalgono solo al 1230. Nasce come tappa intermedia dei pellegrini che camminano sulla Via Francigena e che trovano ospitalità nell’annesso ospizio, poi distrutto. Subisce modifiche tra il XVI e il XVIII secolo e sono aggiunte decorazioni barocche e neoclassiche. Poi tra il 1930 e il 1940 interventi di restauro restituiscono le originarie linee romaniche.

La navata unica, rivestita a strisce orizzontali alternate di pietre e mattoni, è coperta da una volta a lunetta. Ai lati dell’ingresso si trovano due acquasantiere d’epoca medievale e nella controfacciata campeggia il dipinto Madonna col Bambino e i Santi Apollonia, Carlo Borromeo e Caterina d’Alessandria, della metà del XVII secolo. E la piccola cappella aperta sulla sinistra del presbiterio, ai piedi del campanile, è decorata con l’affresco La Madonna, il Bambino, un Santo Vescovo e Sant’Antonio Abate, dipinto sul finire del XV secolo e restaurato nel 2014.

Ma l’elemento che più può incuriosire il visitatore è la lunetta del XIII secolo, sul portale d’ingresso, che raffigura la pesatura dell’anima, o Psicostasi. Una bilancia a due piatti sostiene l’anima di un defunto. Il fulcro è sostenuto sulla sinistra dall’arcangelo Michele (il Bene) e sulla destra da un demonio (il Male). Quest’ultimo, concentrato ad abbassare il piatto dalla propria parte per impossessarsi di un’altra anima oltre a quella che già si trova sotto la sua coda, è aiutato con un uncino da un secondo demone posto ai suoi piedi. San Michele, spada sguainata, è pronto alla lotta.

Questa Psicostasi costituisce un soggetto quasi unico e insolito per le chiese italiane dell’epoca, mentre invece è abbastanza diffuso nei luoghi di culto medievali francesi e spagnoli dislocati lungo il cammino di Santiago di Compostela.