Barbisina

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All’interno della rilevazione del Du Tillot del 1771[1], l’uva barbisina fu censita in un solo dipartimento (su 24) e, precisamente nel “territorio piacentino non specificato (22)“[2], la barbisina “ha il grano rotondo, nero e picciolo li grappoli piccioli e serrati, dà poco vino ma questo generoso, matura coll’ altre“[3].

La barbisina è citata nel 1814 nel Vocabolario milanese-italiano del Cherubini[4], nel quale è chiamata barbisinna, ovviamente non posso affermare che trattasi della stessa varietà presente nei territori piacentini dei Ducati di Parma Piacenza e Guastalla.

Cherubini nel 1843, in una successiva edizione del suo vocabolario[5] riporta la seguente descrizione della barbisinna: “Uva d’acino tondetto e assai minuto, di grappolo lungo e acuminato, di colore violetto abiadato (?) farinacea. Dà buon vino ma scolorito“[6].

Lodovico Mitterpacher, nel tomo secondo di Elementi d’agricoltura (1791)[7], descrivendo le uve del milanese, citava brevemente la barbisina: “Barbisina, mal sofferente l’ombra, come il tribiano. ma d’uva piacevole al gusto, e dà buon vino bianco“[8]. Ma come appare chiaro, Mitterpacher descriveva un’uva bianca e non colorata.

Acerbi[9] nel 1825 pubblicava la monografia del professor Giuseppe Moretti, riguardante le uve dell’Oltrepò pavese; fra le uve colorate era presente l’uva barbisina: “5° Barbisina. Foglie quinquelobate: lembi dentellati a denti vicini e alquanto acuti: superficie superiore liscia. lucida, di un verde chiaro, l’inferiore quasi liscia, con leggerissimo tomento sulle nervature: picciuolo striato, colorato, alla cui base hannovi delle piccole foglioline. Grappolo lungo, ma piccolo, ed alquanto spargolo; acino tondo poco colorato. È dolce: dà vino saporito, ma assai chiaro, o sia poco colorato. Non si mantiene sana nel verno”[10].

Rovasenda nel 1877[11], riguardo alla barbisina, richiamava, quanto riportato da Acerbi.

Viala, nel 1909[12], sosteneva che la barbisina fosse sinonimo di grignolino.

Note

  1.  Archivio di Stato di Parma, Archivio del Ministro Du Tillot a 41-50 b. a 42.
  2. Bargelli Claudio, La Città dei Lumi, Parma, MUP, 2020, MUP, p.176 e p. 180; Bargelli Claudio, “Teatro d’Agricoltura” Le campagne parmensi nelle inchieste agrarie del secolo dei Lumi, in: “Rivista di Storia dell’Agricoltura” a. LJ, n.2, dicembre 2011 pp. 101-130.
  3.  Archivio di Stato di Parma, Archivio del Ministro … cit.: Giorgini Paolo, Le varietà di uva presenti nei Ducati di Parma Piacenza e Guastalla dal 1771 al 1859, ricerca inedita, 2021, p. n. i.
  4.  Cherubini Francesco, Vocabolario Milanese – Italiano. tomo II, P-Z, Milano, Stamperia Reale, 1814, p. 261
  5.  Cherubini Francesco, Vocabolario Milanese – Italiano, vol. IV, R- Z, Milano, Regia Stamperia, 1843.
  6.  Id. p. 459.
  7.  Mitterpacher Lodovico, Elementi d’agricoltura, tomo II, Milano, Giuseppe Galeazzi R. Stampatore, 1791.
  8.  Id. p. 16
  9.  Acerbi Giuseppe, Delle viti italiane, Milano, Giovanni Silvestri, 1825, pp.53-62.
  10.  Id. p. 58.
  11.  Rovasenda Giuseppe, Saggio di una ampelografia universale, Torino, Tipografia Subalpina di Stefano Marino, 1877, p. 29.
  12.  Viala P., Vermorel V., Ampélographie, tome VII, Paris, Masson et C., 1909, p.39.