Andrea Pietro Vivenza, studioso e sperimentatore agrario, nasce a Bonzo nelle Valli di Lanzo, in provincia di Torino, nel 1833, da Domenico e Marianna Vivenza, secondogenito di sette fratelli.
Studia ad Alessandria dove a 21 anni inizia la sua attività di insegnante. Nel 1862 sposa Celestina Ivaldi, figlia di Giovanni e Paola Gamondi.
Dai risultati delle sue attività scientifiche, Andrea Vivenza pubblica monografie e ricerche sulla coltivazione del mais, pomodoro, barbabietola da zucchero, della vite e sulle norme di produzione del vino; partecipa attivamente a conferenze per promuovere la conoscenza e gli studi del lavoro agricolo.
All’inizio della sua carriera, nel 1864, pubblica una proposta per una banca popolare di credito per gli operai, dimostrando interessi sociali che, più tardi, si sviluppano in pubblicazioni sulle condizioni dei coltivatori, l’insegnamento agrario, l’emigrazione, l’amministrazione rurale nei rapporti coi lavoratori della terra (1887), i sistemi di coltura in relazione alle condizioni economiche ed al grado di civiltà dei popoli, e sul patriottismo (1892).
Nel 1865 Andrea Vivenza è preside dell’Istituto Tecnico Commerciale di Chieti (oggi Istituto Tecnico Industriale Statale Luigi di Savoia), come risulta da una sua Prelezione al corso di agronomia del 3 dicembre 1865. Pubblica Brevi norme per fare il vino a cura del Comizio Agrario del circondario di Chieti.
Nel 1867 compra 26 ettari di terreno a Ripa Teatina alle porte di Chieti. (“Annali di Storia Economica e Sociale”, Vol. 7, Università di Napoli, 1966). Nascono a Chieti i cinque figli.
Nel 1879 è a Piacenza dove insegna al Regio Istituto Tecnico.
Nell’articolo del 14 settembre 1879, Congresso dei Comizi Agrari dell’Emilia tenutosi in Piacenza li 10, 11, 12 e 13 agosto 1879 (“Giornale di Agricoltura, Commercio e Industria del Regno d’Italia”, Serie Nuova, Vol. 32, luglio-dicembre, Bologna, 1879), Andrea Vivenza scrive: “Trovansi in città Scuole, Istituti, Uffizi …. ed in campagna talvolta manca tutto, o quasi tutto, solo non manca l’esattore. I cittadini, ancorché talvolta fannulloni o peggio, sono cittadini; i campagnuoli, ancor operosi, soggetti a mille sacrifizi e privazioni per mantenere i comodi altui (sic), sono sempre villani”. Riporta inoltre la necessità dell’istruzione agraria proposta dal Congresso: istruzione ai contadini fanciulli ed adulti nelle scuole diurne e serali; istruzione pratica ai figli dei piccoli proprietari; scuole regionali governative teorico-pratiche per direttori di aziende rurali; scuole per preparare i maestri all’insegnamento agrario.
Ancora in settembre dello stesso anno viene nominato delegato governativo per lo studio della fillossera nelle province del regno d’Italia. Il Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio gli conferisce l’incarico per una serie di conferenze sul tema della potatura degli ulivi, l’uso dei concimi e la peste della fillossera sulle viti, con escursioni dimostrative nelle campagne dei principali centri agricoli della provincia di Piacenza. Nel “Giornale di Agricoltura, Commercio e Industria del Regno d’Italia” del novembre 1879, si legge che “il distinto agronomo adempì la missione sua in una maniera lodevolissima”.
Nel 1881 è membro corrispondente nazionale della Regia Accademia d’Agricoltura di Torino. (L’Agricoltura Italiana – specialmente della regione centrale -, Vol. VIII, Pisa, R. Istituto Agrario, 1882).
Nel 1883 si trasferisce a Mantova dove insegna all’Istituto Tecnico ed è direttore del periodico L’Agricoltore. Nel 1885 è Presidente del Comizio Agrario dei distretti riuniti a Mantova. Nel 1886 fa parte del Comitato della Biblioteca Agraria di Castel San Giovanni.
Nel 1889, dopo la morte del professor Enrico Paglia, fondatore nel 1872 del mensile “Bollettino del Comizio Agrario di Mantova e dei distretti riuniti di Asola, Bozzolo, Canneto sull’Oglio, Ostiglia e Volta”,Andrea Vivenza lavora nella sua redazione dove pubblica numerosi articoli. Collabora con articoli anche il figlio Alessandro, docente nella Scuola Agraria Bacchi di Gazzuolo. Nel “Bollettino” si legge che Alessandro Vivenza dedica le domeniche del marzo all’insegnamento pratico e gratuito di potatura (“dalle 2 alle 5 pomeridiane”) nell’Orto Carpi di Mantova. Laureato in Scienze Agrarie all’Università di Pisa, il figlio Alessandro Vivenza sarà il futuro co-fondatore e rettore della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Perugia.
Nello stesso periodo, direttamente interpellato dal governo, Andrea Vivenza propone per la provincia di Mantova la coltivazione di Tabacco da naso esplicandone i vantaggi e le “promesse per l’avvenire” (31 gennaio 1889).
Nell’ articolo L’emigrazione e l’economia agricola del “Bollettino del Comizio Agrario” (30 maggio 1889), Andrea Vivenza si dichiara a favore della colonizzazione dell’Africa per una emigrazione “non solo di contadini, ma per tutti quelli che non trovan lavoro sufficientemente remunerato”, necessaria anche “per mantenere l’ordine pubblico”. Ma tre anni dopo è preoccupato per l’emigrazione di mano d’opera agricola e dei piccoli proprietari e scrive che si rende “necessario studiare tutti i mezzi per diminuir[ne] le cause”, evitando aumenti di imposte. In Diverse forme di patriottismo del 1892 si legge che “La prosperità di un paese deriva … dal numero e dal valore dei lavoratori”. (Clara Castagnoli, Giancarlo Ciaramelli, Un secolo di stampa periodica mantovana: 1797-1897, Milano, Franco Angeli, 2002).
Nel 1898 il Ministero di Agricoltura Industria e Commercio nomina Andrea Vivenza Presidente della Commissione di Viticoltura e Enologia per la provincia di Mantova.
Andrea Vivenza muore a Mantova, il 30 agosto 1906.
La sua figura va ancor oggi ricordata per la vasta azione di divulgazione delle nuove tecniche agrarie, particolarmente nei settori della vite e del pomodoro e per il costante impegno nel miglioramento delle colture e delle condizioni di vita dei contadini.