L’uva moscàt ross, fu tradotta da Malaspina nel suo Vocabolario[1] con il termine Moscado nero.
Margaroli[2], nel suo Manuale dell’abitatore di campagna e della buona castalda, pubblicato nel 1831, ed ampliato e corretto nel 1840, citava fra le uve nere coltivate e consigliate per i territori lombardi, poiché, queste, fra le altre, “(…) si pregiano assai perché producono il vino non solo ottimo e saporito, ma ancora molto colorito e resistente, avendo esso un corpo assai maggiore di quello degli altri vini delle uve gentili“[3].
Rovasenda[4], nel 1877, menzionava: cerverna dinka[5], in Ungheria sarebbe sinonimo di moscato rosso (Babo).
Note
- Malaspina Carlo, Vocabolario Parmigiano – Italiano vol. IV, Parma, Tipografia Carmignani, 1859, p. 357.
- Margaroli Giovanni Battista, Manuale dell’abitatore della campagna e della buona castalda, Milano, Ernesto Oliva Editore, 1857, 4° Edizione.
- Id.
- Rovasenda Giuseppe, Saggio di una ampelografia universale, Torino, Tipografia Subalpina di Stefano Marino, 1877.
- Id. p. 48.