Lo scrittore toscano Curzio Malaparte (1898-1957) trova curiose assonanze tra il Lambrusco di Parma, la musica e la letteratura:
«La musica di Giuseppe Verdi è colma di Lambrusco fino all’orlo. In tutta la ‘Chartreuse de Parme’ di Stendhal scorre una vermiglia, frizzante vena di Lambrusco». «Che cosa è dunque – è sempre Malaparte che parla – se non il Lambrusco, che dà al popolo di Parma, e a tutti i popoli dell’Appennino emiliano, quell’aria accesa, spavalda, sincera, quel fiammeggiar degli occhi, quella voce forte, quel piglio di cazzottatori?» E conclude: «Alzate il bicchiere: mirate come il Lambrusco splende vermiglio in un raggio di sole! È il vino della libertà, il vino dell’uomo libero».