Descrizione
La bottiglia, di vetro verde scuro e spesso, presenta corpo emiglobulare appiattito a cipolla (detto kattekop) con fondello accentuatamente rientrante a cupola, collo troncoconico con orlo della bocca liscio e anello vitreo sotto il bordo.
Bottiglie di questa forma, dal vetro scuro spesso e pesante, furono prodotte in Inghilterra e in Francia già nella prima metà del XVII secolo, per proteggere dalla luce il vino e i preparati medicamentosi.
La “english bottle” era una robusta bottiglia dalla base arrotondata, a forma di palla e con il collo lungo, ingombrante e di difficile collocazione in cantina. Solo nel corso del Settecento la bottiglia di vetro assunse la forma attuale, più slanciata e con un diametro inferiore, proprio per favorire il deposito in cantina. Infatti, nel corso di circa un secolo, dal 1650 al 1750, la tipologia si trasformò da una conformazione sferica a collo lungo fino a un corpo globulare schiacciato con collo troncoconico. In Italia la produzione di questi recipienti, per evitarne l’importazione dall’estero, è attestata nei pressi di Gorizia dalla prima metà del Settecento e, dalla fine del XVIII secolo e agli inizi del successivo anche a Venezia e nel territorio estense.
Una curiosa particolarità: la concavità del fondo. La tipica forma rialzata al fondo accresce la superficie di contatto tra la bottiglia e un eventuale contenitore contenente ghiaccio, permettendo al vino di raffreddarsi velocemente. Inoltre, grazie alla concavità, i sedimenti insolubili, che sono residuo di scarto della fermentazione, si accumulano sul fondo, garantendo una maggiore purezza del vino versato. Infine, il fondo di bottiglia concavo è utilizzato come punto di impugnatura dal sommelier che versa il vino, garantendo migliore presa e stabilità