La vite e il vino nella scultura di Benedetto Antelami

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Con la diffusione del Cristianesimo, il vino (simbolo del sangue di Gesù cro­cifisso) divenne componente fonda­mentale della messa. Di conseguen­za, la coltivazione della vite, dopo una riduzione registrata durante le inva­sioni barbariche, si diffuse progressi­vamente grazie all’attività monastica per tutto il Medioevo e il vino diven­ne, nei secoli successivi, la bevanda più diffusa del Parmense.

Il processo di vinificazione è raccon­tato anche nei principali monumenti della città: all’interno della Cattedrale, nei bassorilievi del portale e in uno dei capitelli della navata centrale, in Battistero, nel ciclo antelamico dei mesi e dei segni zodiacali. Anche nel­le architetture della provincia, la pro­duzione del vino è presente. Il mese di Settembre è raffigurato con la ven­demmia nella formella posta nell’ab­side del Duomo di Fidenza, mentre formelle tardo quattrocentesche raf­figuranti putti vendemmiatori, realiz­zate da Jacopo de Stavolis (XV sec.) nella fornace della vicina Polesine, sono ancora visibili nella facciata del­la chiesa gotico-lombarda di Zibello e ricordano come la coltivazione delle viti nella zona rivierasca del Po da cui veniva e viene ancora oggi ricavata la Fortana, frizzante e leggera, risalga a un’epoca assai antica.