L’uva da vino olivina era presente nel 1841 nel catalogo del vivaio di Luigi Musiari del Ponte d’Enza[1].
A Reggio Emilia, nel 1811, Claudio Dalla Fossa[2] consigliava l’olivina, fra altre varietà di uva nere, per la loro coltivazione nella pianura reggiana[3]. Nel 1752, Niccolò Caula[4] così descrisse l’olivina nera: “ha la forma dell’oliva: ha i grappoletti alquanto lunghetti, ma i grani picciolini, alquanto meno di quelli della Malvasia gentile: ben matura ella è delicata: il di lei vino, delicato; e li suoi innesti vengono di Sorbara, e la chiamano Lambrusca olivina”[5].
Roncaglia[6], nel 1847, indicò l’olivina fra le uve colorate comuni presente nei territori Cispennini degli Stati estensi[7].
Note
- “Il Facchino”, 27 febbraio 1841, a. III, n. 9, Parma, Tipografia Rossetti.
- Dalla Fossa Claudio, Opuscoli agrarii, Reggio [Emilia], [1811].
- Id. p. 25.
- “L’Indicatore Modenese”, 4 ottobre 1851, a. 1, n. 14.
- Id. p. 110.
- Roncaglia Carlo, Statistica Generale degli Stati Estensi, volume secondo, Modena, Tipografia di Carlo Vincenzi, 1850.
- Id. p. 420.