Sideways: le vie traverse della vita tra i vigneti della California

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Alcuni prodotti si prestano più di altri ad essere protagonisti di un racconto, ponendosi come simboli di un territorio, di un momento e, qualche volta, di tutto lo spettro delle emozioni umane. Il film Sideways (2004) del regista statunitense Alexander Payne (1961-) è un esempio di come ciò che mangiamo e beviamo rappresenti in molti modi ciò che siamo. Il vino viene in questo caso utilizzato come veicolo per descrivere le vite dei vari personaggi, coinvolti in un’avventura tra le viti della California alla ricerca di risposte sul proprio futuro.

La trama

La traduzione italiana “In viaggio con Jack” riassume lo svolgimento dell’intreccio di questo road movie all’americana, incentrato appunto sul viaggio intrapreso da Miles e Jack, improbabile coppia di amici di lunga data che, in vista dell’imminente matrimonio del secondo, decidono di regalarsi un’ultima scorribanda nelle cantine della Santa Ynex Valley. Miles (Paul Giamatti) è un insegnante divorziato, tormentato dal pensiero della ex moglie e sedicente esperto di vini, che vede nel viaggio un’occasione per allontanare il ricordo della moglie e trovare finalmente l’ispirazione per il suo interminabile romanzo, facendo nel frattempo sfoggio delle sue conoscenze da autoproclamato cantiniere. Miles è, in un certo senso, un “sommellier”, un assaggiatore attento e meticoloso che analizza con minuzia ogni sua mossa, esattamente come si assapora un bicchiere di buon Merlot e, per questo, è spesso introverso e indeciso. Jack (Thomas Haden Church) è invece un eccentrico attore, lo scapestrato amico di sempre, restio ad abbandonare le sue abitudini di donnaiolo incallito nonostante le nozze imminenti. In questo senso il personaggio di Jack è quello di un “bevitore”, un uomo impulsivo e spensierato che, al contrario del compagno di viaggio, agisce senza pensare alle conseguenze ed è sempre alla ricerca dell’eccesso. I protagonisti sono entrambi irrisolti, anche se diametralmente opposti nel loro approccio alle difficoltà della vita. La decappottabile di Miles sfreccia quindi tra i sentieri di collina della Contea di Santa Barbara, costeggiandone i vigneti, celebri soprattutto per le uve di Pinot nero e Chardonnay. L’incontro con due donne darà vita, infine, ad una serie di equivoci e incomprensioni davvero spassose, ma sempre investite di significati interessanti e mai banali.

Il vino sullo schermo

L’intera vicenda si sviluppa attorno a botti e calici, seguendo una logica che utilizza il vino come pretesto per indagare con ironia l’interiorità dei personaggi. Una delle scene più divertenti del film si svolge nella cantina di un’azienda vinicola, immersa tra i campi della Santa Rosa Road. Miles tenta di iniziare il compagno alla degustazione, spiegandogli come analizzare un vino osservandone le sfumature, annusandone la fragranza e assaporandone gli aromi. Jack si mostra goffamente interessato, agitando il bicchiere e scimmiottando il linguaggio tecnico utilizzato dall’amico, per poi tracannare l’intero bicchiere in un unico sorso. A questo punto Miles si accorge perfino che Jack ha masticato un chewing gum per tutto il tempo della visita. Il regista traccia anche un interessante paragone tra i membri dell’improbabile duo e alcune varietà di vino, tra loro totalmente opposte per sapore e caratteristiche, ma entrambe a loro modo straordinarie. Da un lato Miles, sofisticato e non facile da comprendere come il Pinot nero e, dall’altro, l’esuberante Jack, forte e strutturato come il Cabernet, anche se meno complesso ed elaborato.

Il vino come prodotto “vivo”

Lungo tutta la narrazione il vino è descritto come un prodotto vivo, cangiante ed imprevedibile come tutte le cose della vita. Nello stesso romanzo di Rex Pickett, sul quale è basato il film, emerge una metafora suggestiva: il vino è un prodotto “vivo”, in costante evoluzione. Così come è impossibile prevedere che sapore avrà una bottiglia tra dieci anni, non si può pensare di avere controllo totale sulle scelte che quotidianamente affrontiamo. Con uno humor leggero ed originale, Sideways ci racconta una storia di uomini attraverso le tante sfaccettature del vino, prodotto che è diretta espressione del territorio e di chi, con fatica ed ingegno, rende possibile la sua produzione.