Luigi Maini nel dicembre 1851, aggiunse alcune osservazioni personali, al termine dei sui articoli a puntate pubblicati su L’Indicatore Modenese[1], (n. 10, 11, 12, 14, 18.) riguardanti il: Catalogo alfabetico di quasi tutte le varietà di uva conosciute e coltivate nelle province di Modena e Reggio secondo i loro nomi volgari.
L’elenco e la descrizione erano basati sulla consultazione di documentazione settecentesca, dovute alla penna del modenese Nicolò Caula e al carpigiano D. Piergiovanni Paltrinieri.
Le osservazioni di Maini riguardavano alcune varietà non presenti nel pur esauriente Catalogo, tra queste la spongiola: “Un dotto medico e naturalista italiano del secolo XVI, Andrea Bacci da Sant’Elpidio, nella sua pregevole opera De naturalis vinorum historia, de vinis Italiae et de conviviis antiquorum edita in Roma nel 1596 ci offre al proposito nostro lo squarcio seguente: “Nell’agro Modenese si preparano vini di scelto genere e più generosi ove le vigne si stendono sulle colline del vicino Apennino (sic), quali sono a sinistra della via Emilia presso Modena, celebre inoltre per i vini bianchi, rubicondi e di vinaciola dilettosamente mordenti e di soave odore e spumanti per auree bollicine qualora si mescano e versino ne bicchieri.
Alle quali lodi si aggiunge l’industria dei coloni nel coltivare le viti, le principali delle quali hanno un’uva nera, succosa e dolce che chiamasi Spongiola. Parimenti avvi la Corva nera anch’essa, come pure lo è una cert’altra specie detta Orna, dalla quale si spreme un vino grasso ed ottimo in questo genere che emula il Mangiaverra di Napoli. Non dissimili vini producono le uve dell’Agro Parmense, Reggiano e Carpense, ma questi sono di sostanza più grassa”. Riandando a queste quattro varietà indicate dal Baccio, si farà accorto il lettore come i caratteri ch’egli ascrive alla Spongiola siano diversi anzi contrarii a quelli dateli dal Caula; né deve recar maraviglia che nella confusione e nell’incertezza grande che ci presenta la nomenclatura delle varie viti, si dia lo stesso nome a due varietà differenti”[2].
Ricordiamo che il catalogo delle varietà di viti presenti nelle province reggiana e modenese, era ricavato dalle note di Nicolò Caula ad un baccanale attribuito al poeta G.B. Vicini, secondo una recente attribuzione, il baccanale I vini Modanesi [e non Modenesi, come si scrive ai nostri giorni], edito nel 1752, è attribuito a Francesco Pincetti. Altra fonte di consultazione per Maini fu un manoscritto inedito di D. Piergiovanni Paltrinieri, contemporaneo di G. B. Vicini (e di Pincetti) nel quale sono annotate le varietà di uva carpigiane.
Maini osservava a proposito della spongiola, come Andrea Bacci nel 1596 e Nicolò Caula nel 1752, nei loro scritti, attribuirono caratteri diversi ad una varietà riportante lo stesso nome.
Andrea Bacci descriveva la spongiola come un’uva nera, succosa e dolce; Pincetti, a proposito della sponziola, nel suo baccanale così la descriveva: “ E né meno la Sponziola / Entrerammi nella gola / E ben ho nel suo verdaccio / Di bevanda empia il mostaccio”[3]; mentre Caula così la descriveva: “La Sponziola è uva cattiva, che non si inacqua, e fa vino di poco gusto; ha grappolo grande piuttosto che picciolo, grane spesse, rotonde, e minute, frammezzate da altre più grosse: ha un colore brutto che tira al verde”[4].
Presumibilmente Spongiola e Sponziola sono due diverse varietà di uva. Nel 1661 Philippo Jacobo Sachs, in una sua ampelografia[5], termine, quest’ultimo, utilizzato per la prima volta proprio da Sachs a proposito dei vini di Lombardia scriveva: “In Parmensi, Vina Spongiola ab uva sui generis, item Corva nigra”[6].
Nelle pagine precedenti dell’ampelografia di Sachs riguardanti: De fructo vitis, sono riportate le frasi di Bacci, riguardanti la spongiola: “Uva Spongiola, nigra, succosa, dulcis in Agro Parmensis spongiam rapraesentat”[7].
Note
- L’Indicatore Modenese, 20/12/1851,a.I.n.25
- Id.
- Montanari,Giancarlo, Malavasi Pignatti Morano, Uve modenesi tra XVIII e XIX secolo, Modena, 2018, Il Fiorini, p.199.
- Id. Si veda anche L’Indicatore Modenese 4/10/1851,n.14,a.1
- Sachs, Philippo Jacobo, Ampelographia sive vitis viniferae…Lipsia, 1661,Christiani Michäelis. Il nome completo di Sachs era Philipp Jacob Sachs von Lewenheimb; il titolo completo dell’opera: Ampelograbhia sive vitis viniferae Ejusque Partium consideratio physico-phylologico-historico-medico-chymica, in qua Tam de Vite in genere, quam inspecie de ejus Pampinus, Flore; Lachryma, Sarmentis, Fructo, Vin multivario uso, de Spiritu Vini, Aceto, Vini Faece & Tartaro, curiosa notata plurima ad normam Collegii Naturae Curiosorum Instituta Plurimis Secundis Secretìs Naturae, Artisque Locupletata.
- Id. p. 442
- Id.p.101