Negra baza

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Nella rilevazione sull’agricoltura del Ducato del 1771[1], in due dipartimenti su ventiquattro[2], risulta essere presente l’uva negra baza; il primo dei due è una zona non specificata (9)[3] e non è riportata alcuna caratteristica dell’uva in questione.

La seconda zona comprende le seguenti località: “Borgo San Donnino, Costamezzana, Fontaneto e Siccomonte (10)”[4], la negra baza, risulta essere un’uva a “granello lungo e grappo aperto“[5] e con maturazione a fine settembre “a S. Michele“[6].

Non ho altre notizie sull’uva negra baza.

Il termine baza alla fine del Milletrecento, nei territori di Bobbio, significava: cipolla[7].

Nel Dizionario Parmigiano – Italiano[8], bàza, corrisponde all’italiano: ubriachezza; ciapàr la bàza: prendere la sbornia.

Baza è anche un comune spagnolo nell’Andalusia, produttore di vini.

Note

  1.  Archivio di Stato di Parma, Archivio del Ministro Du Tillot a 41-50 b. a 42.
  2.  Bargelli Claudio, La città dei Lumi, Parma, MUP, 2020, p.174 e p.178; Bargelli Claudio, Teatro d’Agricoltura. Le campagne parmensi nelle inchieste agrarie del secolo dei Lumi, in: “Rivista di Storia dell’Agricoltura” a. LJ, n.2, dicembre 2011, pp. 101-130.
  3.  Id.
  4.  Id.
  5.  Archivio di Stato di Parma, Archivio… cit.
  6.  Id.
  7.  Sella Pietro, Glossario Latino Emiliano, Città Del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1937, p. 176.
  8.  Peschieri Ilario, Dizionario Parmigiano – Italiano, vol. I, A-Q, Parma, 1828, Stamperia Blanchon, p. 37.