L’unico Dipartimento del Ducato di Parma Piacenza e Guastalla che vantava la presenza della varietà di uva majolo era un territorio non specificato fra i torrenti Enza, Parma e Termina (1)[1]: “Il majolo ha il grano piccolo rotondo nero e il grapo serato“[2].
Il reggiano Claudio Dalla Fossa[3], nel 1811 indicò l’uva magliolo fra le varietà di uva nera da scartare, per sostituirle con uve di miglior qualità[4]. Filippo Re[5] nel 1812 rilevò l’uva nera majolo: Vitis v. majolus Cr[6] fra le viti di uva nera coltivate nel bolognese.
Nel 1847 Roncaglia[7], fra le uve colorate comuni dei territori Cispennini, citò l’uva magliolo[8].
A ritroso, nel 1752, Niccolò Caula scriveva che il “Magliolo è buono; ha il grappolo corto, e le grana fitte e rotonde, ma non tanto nere. V’è certo magliolo che sotto le grane ha la muffa: questo credo poco buono, e temo che il vino possa guastarsi“[9].
Ricordiamo che nel XIV secolo, il bolognese Pier Crescenzi nel suo Liber ruralium commodorum[10], nell’elencare e descrivere le diverse varietà di uva, citava l’uva nera maiolus[11].
In una traduzione del Liber ruralium commodorum del 1784[12], “Traslatato nella favella fiorentina“[13], era così descritta l’uva majolo: “E un un’altra spezie, la quale è detta majolo, ed è uva molto nera, la quale si matura avaccio, e fa i grappoli belli, lunghi, e spessi, ed è in sapor dolcissima, e fa vin duro, e assai conservabile, quasi nero, ed è assai fruttifera, ma teme alquanto il mollume, e provien nel piano, e ne’ monti, e questa è avuta a Bologna in luoghi infiniti“[14].
Purtroppo non possiamo affermare che l’uva maiolus del XIV secolo e l’uva majolo del XVIII secolo siano la stessa varietà.
Viala[15] nella sua monumentale Ampelografia, riportava il maiolo sinonimo di carignane e di tempranillo[16].
Note
- Archivio di Stato di Parma, Archivio del Ministro Du Tillot a 41-50 b. a 42, Bargelli Claudio, La Città dei Lumi, Parma, MUP, 2020, pp.173 – 181; Bargelli, Claudio, “Teatro d’Agricoltura” Le campagne parmensi nelle inchieste agrarie del secolo dei Lumi, in: “Rivista di Storia dell’Agricoltura”, a. LI, n.2, dicembre 2011, pp. 101-130.
- Archivio di Stato di Parma, Archivio del Ministro … cit., Giorgini Paolo, Le varietà di uva presenti nei Ducati di Parma Piacenza e Guastalla dal 1771 al 1859, ricerca inedita, p.n.i.
- Dalla Fossa Claudio, Opuscoli agrari, Reggio [Emilia], Tipi della Società, s.d. [1911].
- Id. p. 26.
- Rapporto a sua eccellenza il sig. Ministro dell’Interno sullo stato dell’Orto Agrario della R. Università di Bologna, Milano, Giovanni Silvestri, 1812.
- Id. p. 47.
- Roncaglia Carlo, Statistica Generale degli Stati Estensi, volume secondo, Modena, Tipografia di Carlo Vincenzi, 1847.
- Id. p. 420.
- “L’Indicatore Modenese”, 13/09/1851, a.1, n. 11.p. 88.
- Sella Pietro, Glossario Latino Emiliano, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1937, p. XX “Pier Crescenzi – Petrus de Crescentiis bononiensis, Liber ruralium commodorum, mss. sec.XIV, in Bib.Vat. lat. 1530
- Id. p. 376 “speties [uve] que vocatur maiolus que est uva nigra“.
- Piero De’ Crescenzi, Trattato della Agricoltura, Bologna, Istituto delle Scienze, 1784. Trattasi di una traduzione dal latino in italiano dell’opera di Pietro De’ Crescenzi del 1304.
- Id.
- Id. p. 196.
- Viala P., Vermorel V., Ampelographie, VII Tome, Paris, Masson e C., 1909.
- Id. p. 211.